
Di ritorno dalla Puglia, Ramingare racconta il Rural Tour: è la volta di Monopoli, dove l’eredità rurale si sposa con il mare
La vista del porticciolo storico di Monopoli, da cui parte la nostra visita, si accompagna a una carezza di vento di inizio ottobre.
E non importa che nuvole grigie affollino il cielo.
Cartoline di altri tempi
Basta intanto fissare nella memoria immagini che sono ben lontane, almeno in questo spicchio antico di Monopoli, dalla moderna fruizione “fast and furious” dei piccoli porti.
Questo angolo di Monopoli non è ancora stato trasformato dalla fame di turismo “mordi e fuggi” che ha già ridotto, nei decenni passati, molti porti turistici a interminabili banchine di cemento dotate di tutti i servizi per gli approdi da una notte e via.



Almeno questa parte del porto è ancora come quelle vecchie cartoline che ritrovi nei libri della biblioteca dei genitori, scenario di chissà quante passate emozioni.
A passeggio tra i vicoli della Perla della Puglia




E si inizia a passeggiare per i vicoli, e si ammirano decorazioni restate sospese da chissà quale Festa, e si visitano, o ci si passa solo davanti, le chiese e i palazzi più grandi e noti (dalla Concattedrale della Madonna della Madia alle fortificazioni marittime) e la nostra attenzione viene pure colpita dalla minuscola Chiesa di San Vito, attualmente di proprietà privata.
Dicono che Monopoli sia una “perla”, ma forse l’immagine che meglio la rappresenta è quella di un diamante, con le facce che rappresentano altrettante bellezze, da quelle più evidenti alle più nascoste, in grado di venire incontro ai desideri sia di chi nella bella stagione vuole una vacanza al mare di tipo tradizionale, sia di chi oltre al mare cerca escursioni di tipo culturale in ogni periodo dell’anno.
CarloQuinto per i “food addicted”!
Ma intanto si è fatta l’ora di pranzo e, prima di pensare a saziare lo spirito, Ramingare non dimentica i “food addicted” e segnala un locale da frequentare in ogni stagione: CarloQuinto, in via Santa Maria 52.
La foto qui sotto, in bella stagione, dice quasi tutto, ma quando incomincia a fare freschino il dehor viene coperto e, insomma, anche il mare d’inverno davanti al CarloQuinto di Monopoli ha, secondo noi, il suo perché.

Il resto su questo locale lo dice, sotto, il menu, qui nella versione invernale.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Ed ecco uno scorcio degli interni.

Altre informazioni sul CarloQuinto: https://www.carloquinto.it/
Masseria Spina Resort e il suo Parco Rurale

Prima di raccontare l’ultima parte della visita di Monopoli, una precisazione: Masseria Spina Resort non è solo un resort di alta gamma.
Il suo Parco Rurale è una sorta di “carotaggio storico” della presenza degli esseri umani nel territorio dell’odierna Monopoli dal Neolitico ai giorni nostri.
Una macchina del tempo che ti accompagna in un sogno a occhi aperti.
La conformazione del Parco permette, dopo solo pochi passi, di non vedere più, dove può arrivare lo sguardo, alcun insediamento moderno del circondario.
Una sorta di “cratere” della nostra storia, un labirinto di epoche che porta in breve a immaginarsi chissà quali eventi accaduti in questi luoghi.
Ecco perché sia la masseria sia il parco diventano con facilità locations per cinema, teatro, eventi privati e, ovviamente, matrimoni da copertina.
L’intero complesso, di proprietà della famiglia Meo Evoli, viene storicamente diviso in due ambiti.

La Masseria Spina Grande comprende innanzitutto il corpo centrale padronale del sedicesimo secolo, che fu radicalmente trasformato nel 1762 quando venne sovrapposto un porticato alla struttura originale fortificata.
La corte è del diciassettesimo secolo.
La sala delle mangiatoie è invece del diciottesimo secolo.
Vicino al corpo principale della masseria anche un piccolo borgo con frantoio ipogeo utilizzato dal sedicesimo al diciannovesimo secolo.
Dietro al corpo edificato principale, un orto arabo del sedicesimo secolo.
Singolare che, pur essendo relativamente vicina al mare, la masseria presenti la facciata rivolta ai monti.
Le grandi stanze padronali hanno volte a botte e ricche decorazioni.
Materiale di costruzione è il carparo, di colore rosaceo, con le decorazioni in pietra.
In alcuni spazi sono in mostra oggetti e utensili della civiltà contadina.



La chiesetta vicina risale al 1700 ed è dedicata alla Madonna, la cui statua spicca sul frontale con in mano la masseria in miniatura.
La storica Masseria Spina Piccola è invece una torre di fortificazione a due piani e a base quadrangolare, risalente alla fine del Quattrocento.
Riprende lo schema delle torri costiere, con una caditoia per ogni facciata.
Nel Seicento venne costruito il muro di cinta, interrotto da un arco di ingresso, con una piccola caditoia.
Poco lontano sorge un tratto della Via Traiana.

Ma, tra Spina Grande e Spina Piccola, nel Parco Rurale c’è anche molto altro: tracce neolitiche e una necropoli utilizzata dall’undicesimo al tredicesimo secolo; una tomba a camera utilizzata dal decimo al sedicesimo secolo; una chiesetta dell’undicesimo secolo; una “lama” (solco erosivo poco profondo, tipico del paesaggio pugliese, che convoglia le acque meteoriche) con ulivi secolari; un frantoio ipogeo utilizzato dal nono al sedicesimo secolo; i resti di una “mena” (sentiero usato durante la transumanza) risalente al diciottesimo secolo; un agrumeto con ipogeo utilizzato dal decimo al diciassettesimo secolo.









Masseria Spina Resort rende possibile la partecipazione a visite guidate, corsi e attività collaterali di vario genere.
Tutti i particolari sul sito https://www.masseriaspinaresort.com/