
Di ritorno dalla Puglia, Ramingare racconta il Rural Tour di ottobre 2022 che si è concluso nella città di Bitetto
L’origine del nome
Il nome “Bitetto” trae origine da Bitectum, quando il territorio agrario venne diviso in contrade come Babuctam (oggi Bavotta), Clausurae (oggi Chiusure) e, appunto, Bitectum che, del resto, può essere una corruzione del termine “Vitetum” (terra ricca di viti).
La vite, ancora oggi importante nell’economia locale, è anche presente nello stemma comunale.
Infine, nel dialetto locale, c’è assonanza tra il termine “v’tet” (vigneto) e “vetétte” (Bitetto).
La visita
La nostra visita comincia dalla Chiesa di San Michele Arcangelo (nella foto di copertina), non prima però di aver ammirato, di fronte, il Sedile.


Antica sede del Comune, vi si amministrava anche la giustizia. All’interno erano conservate le unità di misura per il confronto con quelle usate dai mercanti forestieri. Qui risiedeva il Mastro Mercato, che regolava in città lo svolgimento del commercio.
Di originaria forma cubica, tre grandi arcate ogivali rivolte alla piazza davano accesso agli uffici per le cause riguardanti piccoli reati e per la redazione degli atti legali.
Nel XVIII secolo fu innalzato il primo piano e fu costruita una torre campanaria. Al primo piano fu alloggiata, nel XIX secolo, la gendarmeria e probabilmente una delle stanze fu adibita a prigione per gli arrestati in attesa di trasferimento.
Sulla facciata è presente una protome leonina, utilizzata come gogna per i condannati, e una meridiana con gnomone, trasformata in un quadrante di orologio.
Chiesa di San Michele Arcangelo








Uno degli esempi più puri del romanico pugliese.
La facciata fu edificata nel 1335 da Mastro Lillo da Barletta su commissione del vescovo Bonocore, che volle ricostruire la chiesa nel luogo dove sorgeva una cattedrale più antica, essendo Bitetto sede vescovile dall’undicesimo secolo.
La facciata è tripartita da paraste, con un rosone archivoltato.
Due leoni in pietra reggono colonne dai capitelli a motivi vegetali che sostengono una lunetta con bassorilievi del Cristo e dei dodici Apostoli.
Gli stipiti esterni presentano invece scene del Nuovo Testamento.
L’interno è stato riportato allo stile romanico nel 1959 ed è scandito in tre navate da setti murari a triplo ordine.
Il transetto è triabsidato secondo lo stile del romanico pugliese.
Il campanile risale al XVIII secolo.
Porta Piscina

Porta Piscina accoglieva i viaggiatori in arrivo da Bari ed era la porta più importante della città.
Flaminio De Angelis, ottenuto il titolo di Principe della città, rese più imponente e ampia la porta nel 1634.
Sul portale si trovavano tre stemmi: quello del Comune, quello di Filippo IV di Spagna (allora re di Napoli) e quello della famiglia De Angelis.
Chiesa di Santa Maria La Veterana




Una delle chiese bitettesi più antiche, non c’è più traccia del monastero originariamente annesso.
All’interno, la chiesa è divisa in tre navate da archi a tutto sesto nella prima campata e a sesto acuto nelle altre due.
Da citare gli affreschi con le “Storie della Vergine”, le “Storie di Cristo” e il “Giudizio Universale”.
Nella nicchia dell’altare maggiore c’è una statua policroma di legno raffigurante la Vergine.
Conservati inoltre un tabernacolo ligneo del XVIII secolo e una statua di Sant’Ignazio di Loyola.
Convento del Beato Giacomo



Il convento, fondato nel 1432, fu inizialmente abitato dai Frati Minori Osservanti, quindi dai Frati Minori Riformati, per passare poi nelle proprietà del Comune, che lo cedette alla Confraternita del Purgatorio.
Rimasto in abbandono, fu in seguito rioccupato dai Frati nel 1908, non nel complesso originario, ma in un nuovo convento costruito sulle volte del coro e della sagrestia.
L’antico convento, malridotto, fu riaffidato nel 1981 ai Frati, diventando casa di formazione.
Il Beato Giacomo, al secolo Giacomo Varingez, vissuto nel ‘400, era un frate francescano di origine dalmata, che trascorse l’ultima parte della propria vita tra Bari e Bitetto.
Il suo corpo è esposto alla venerazione in una teca all’interno della chiesa del convento francescano.
In alcuni locali del convento del Beato Giacomo dal dicembre 2021 è poi nato un microbirrificio artigianale gestito dall’associazione Boccale Solidale.
L’associazione vede la collaborazione tra i Frati Minori del convento, i laici dell’Ordine Francescano Secolare e le associazioni “Adelfia in Cammino” e “Figli in Paradiso”.
È finalizzata a promuovere attività solidali e culturali come l’integrazione di persone con disabilità e il recupero di beni storico-artistici.
Dove mangiare a Bitetto?

Nella foto qui sopra, noi giornalisti che abbiamo partecipato al Rural Tour in Puglia, nella splendida Terra di Bari, siamo a Bitetto, alla fine del Tour, da Rocco – Trattoria Moderna.
Ramingare vi consiglia questo locale per l’atmosfera accogliente, per i piatti che sono un sapiente mix tra tradizione e innovazione, per i sapori, in particolare, che, nella Terra di Bari, sono i protagonisti di un’esperienza immersiva assolutamente indimenticabile, che resta nel cuore.