Il Cammino creato dal Consorzio di tutela di Valtellina Casera e Bitto valorizza, anche con una guida online, i luoghi dei due formaggi DOP
Borghi storici e montagna, pizzoccheri e sciatt, terrazzamenti e vini di grande struttura, ma soprattutto formaggi da assaporare in alpeggio e in latteria.
È solo un assaggio delle emozioni da vivere grazie al Cammino di Valtellina Casera e Bitto DOP, realizzato dal Consorzio per la Tutela dei due formaggi.
I Sentieri di Gusto

I “Sentieri di gusto” prevedono percorsi enogastronomici e culturali tra i borghi e gli alpeggi più caratteristici delle due produzioni casearie simbolo della Valtellina.
Tappe che vengono raccontate attraverso il booklet “Sentieri di gusto”, a disposizione dei turisti nei punti informativi e negli enti turismo locali, anche scaricabile dal sito Sentieri di gusto.

Si tratta di un’occasione per scoprire terrazzamenti storici della Valtellina e borghi fuori dalle consuete rotte turistiche, come Chiuro o Morbegno.
La scoperta riguarda però soprattutto segreti e luoghi di produzione del Valtellina Casera, il re dei formaggi valtellinesi di latteria, e del Bitto, il re dei formaggi di alpeggio estivo, prodotto con latte appena munto e lavorato nelle baite a 1400 metri di altezza.

Il Cammino è un ottimo modo per apprezzare cucina e tradizioni tramandate dalle genti che della Valtellina hanno fatto, da generazioni, la loro terra: uomini e donne, casari e pastori che, ancora oggi, con il loro amore e la loro esperienza, producono formaggi unici al mondo.
Il Cammino

Si parte da Chiavenna con i suoi crotti, gallerie rocciose naturali in cui la temperatura costante (tra i 4° e gli 8° per tutto l’anno) garantisce il clima ideale per la stagionatura dei vini ma anche dei formaggi, per arrivare a Morbegno, che da oltre 100 anni ospita la mostra del Bitto e una delle sue più antiche botteghe.

Qui ha sede la fattoria La Fiorida, dove la filosofia della filiera corta si sposa con albergo di charme, centro benessere e stella Michelin (ristorante la Presef), o la Latteria Sociale della Valtellina, dove ammirare il museo aziendale e fare scorta di prodotti caseari.

Andando verso Albaredo, nel Parco delle Orobie, immancabile la sosta in alpeggio al rifugio Alpe Piazza.
In programma, un assaggio del Bitto e un volo in elicottero verso il ghiacciaio perenne del Monte Disgrazia.
Si prosegue con il borgo antico di Chiuro per una visita all’omonima latteria sociale.
Nelle vicinanze Teglio, patria indiscussa del pizzocchero.
A Tirano, poi, fa tappa il mitico trenino rosso del Bernina, la tratta ferroviaria più alta delle Alpi.
Imperdibile la via dei terrazzamenti che modellano la montagna in un cammino di 70 chilometri.
Si tratta di un itinerario dove ci si perde tra vigneti e muretti a secco e lungo il quale assaggiare vini identitari come il Sassella, l’Inferno e lo Sforzato.

Per chi ama l’archeologia, c’è il Parco delle Incisioni Rupestri con la Rupe Magna di Grosio, tra le più grandi rocce incise nell’arco alpino.
Bormio ha le sue terme, i profumi e i colori delle 2.500 specie vegetali raccolte nel giardino botanico alpino Rezia.
Ma anche il suo Braulio, il liquore tipico della zona.
Livigno, infine, incastonata nell’angolo più settentrionale della regione, è una località perfetta per escursioni in mountain bike, trekking e arrampicate.
Il Crap de la Parè, un balcone naturale a 2.400 metri, offre la vista panoramica più bella del paese.
Ecco gli itinerari più suggestivi per scoprire il meglio della Valtellina.
Tappa 1: Chiavenna

La prima tappa è Chiavenna, piccola cittadina situata al centro della valle omonima.
Chiavenna è il paese dei crotti, gallerie rocciose naturali formatesi da antiche frane e dove da sempre soffia il Sorel.
Questa corrente d’aria fredda naturale, proveniente dalle viscere dei monti, mantiene una temperatura costante tra i 4° e gli 8°C per tutto l’anno.
È la temperatura ideale per la stagionatura dei formaggi, come il Bitto e il Valtellina Casera.
Molti crotti offrono uno spazio per degustazioni.
Immancabili un buon bicchiere di vino e un tagliere assortito di salumi e formaggi.
Alla Latteria Carden all’Alpe Teggiate sul Monte Spluga, vicino Madesimo, tutto è d’autore: dall’insegna ai formaggi.
Merito del casaro-artista Felice Codega e di suo figlio Simone.
Insieme proseguono la tradizione di famiglia lavorando il latte d’alpeggio per farne Bitto DOP.
Tappa 2: Morbegno

Morbegno, centro principale della bassa Valtellina, è un piccolo gioiello circondato dalle Alpi.
Qui scorre il fiume Bitto, che segue le valli di Gerola e San Marco.
Attraversando il ponte, si trova uno storico negozio alimentare: nella sua cantina viene stagionato il Bitto.
Da oltre cent’anni, infatti, Morbegno ospita a ottobre la Mostra del Bitto, un appuntamento immancabile per tutti i buongustai.
A pochi chilometri da Morbegno, una tappa obbligata è l’azienda agrituristica La Fiorida, dove è possibile visitare la stalla, assistere alla produzione del formaggio e degustarlo.
Nell’agriturismo si trova una Spa che utilizza i prodotti dell’azienda agricola.
Da non perdere, oltre ai formaggi, il gelato fatto in casa.
Altro spaccio della zona è la latteria Valtellina di Delebio, importante per la produzione del Valtellina Casera e per la stagionatura del Bitto.
È possibile visitare il museo della produzione casearia che espone strumenti di lavoro in legno e la coldera, marmitta in rame usata per la preparazione dei formaggi.
Per chi vuole concedersi invece una visita in alpeggio, il rifugio Alpe Piazza, nel Comune di Albaredo per San Marco, offre pranzi nella natura con tavolate di oltre quaranta persone.
Tappa 3: Chiuro

Chiuro è un borgo antichissimo con resti risalenti alla preistoria.
Antico anche il suo nome: Ciür, come suona in dialetto, o Clure di origine ligure o reto-etrusca.
Qui è d’obbligo una visita allo Spaccio della Latteria Sociale, dove è possibile acquistare i prodotti dell’azienda e pranzare.
Lo spaccio ospita infatti una stuzzicheria al secondo piano, dove pranzare e degustare un fresco gelato artigianale.
Oltre a produrre formaggi, la Latteria di Chiuro ha sviluppato una linea di yogurt dai gusti freschi e genuini.
Collabora inoltre con una cooperativa sociale valtellinese che produce ottime confetture di frutta.
Nelle vicinanze merita una visita Teglio, uno dei borghi più belli d’Italia, patria dei pizzoccheri, piatto simbolo della Valtellina.
Tappa 4: Tirano

Al confine con la Svizzera, Tirano, abbracciata dalle ripide montagne e da estesi vigneti.
È la meta ideale per trascorrere qualche giorno a rigenerare il corpo e la mente con aria fresca di montagna e sapori genuini.
Perdetevi tra i palazzi nobiliari, le piazzette e vicoli dal sapore antico e fermatevi ad ammirare il Santuario della Madonna di Tirano.
Provate il Bitto e il Valtellina Casera insieme al miele o alla frutta secca, l’ideale per esaltare al massimo il gusto di questi due formaggi.
A Villa di Tirano, si trova l’azienda agricola La Motta dove oltre alla produzione di formaggi e prodotti tipici, c’è un centro ippico attrezzato per il trekking a cavallo e in carrozza.
Da Tirano si può poi salire sul Trenino Rosso del Bernina lungo la Ferrovia Retica, Patrimonio dell’Unesco dal 2008, che raggiunge Saint Moritz.
Tappa 5: Grosio

Vero e proprio scrigno, Grosio è un borgo molto antico.
Nei dintorni, si può ammirare il Parco delle Incisioni Rupestri dove sulla Rupe Magna sono state rinvenute oltre 5mila incisioni risalenti all’età del bronzo.
A Grosio è possibile visitare invece due castelli medievali dell’antico feudo dei Valvenosta.
Da Grosio si può poi vivere l’esperienza dell’alpeggio raggiungendo l’alpe Boron e l’alpe Malghera, dove a 1.964 metri si produce il Bitto.
Proprio in località Malghera si svolgono feste tradizionali da non perdere, come la festa di apertura dell’alpeggio i primi di giugno, la festa della Madonna Assunta il 15 agosto e la festa della chiusura dell’alpeggio la seconda domenica di ottobre.
Tappa 6: Bormio

Che sia per sciare, andare in mountain bike o semplicemente camminare, non potrete andare via da Bormio senza prima essere andati alle Terme.
Bormio è un gioiellino dove ai resti medievali si uniscono quelli dal XIV al XVI secolo, epoca d’oro del contado.
Si trovano anche numerosi e antichi edifici civili e religiosi oltre al Kuerc, la torre delle ore del XV secolo dove il consiglio cittadino amministrava la giustizia.
Con la Torre della Bajona che lo sovrasta, il Kuerc è il simbolo stesso di Bormio.
Fermatevi anche alla vecchia farmacia Peloni, dove è nato il famoso amaro locale Braulio.
Nelle vicine vallate verdi di pascoli e ricche di malghe, al confine con la Svizzera e a pochi chilometri da Bormio e dal passo dello Stelvio, potrete godere di un panorama indimenticabile.
Inoltre, tra le tante attività proposte, anche quella di scoprire la vera vita degli alpeggi e vivere l’esperienza di mungere insieme ai pastori.
Si può pure lavorare il latte e fare i formaggi insieme al casaro, oltre che aiutare a fare il fieno, curare gli animali e imparare a sellare un cavallo, come sull’alpeggio della famiglia Pedranzini.
Dai Pedranzini, nel pieno rispetto della tradizione, si producono da generazioni ottimi formaggi e salumi, insieme ad altri prodotti di altissima qualità.
Tappa 7: Livigno

L’ultima tappa del viaggio ci porta in Alta Valtellina, a Livigno, il “piccolo Tibet” lombardo.
Meta ideale per ogni stagione, a Livigno è impossibile annoiarsi.
Si può praticare sci, mountain bike, trekking, oltre che andare a cavallo tra l’Italia e la Svizzera.
Inoltre, lo shopping, a Livigno è molto conveniente in quanto non si paga l’IVA.
Per via dell’altitudine, circa 1800 m di quota, e della posizione che isolava il paese per molti mesi l’anno, il borgo è realizzato completamente in legno e materiali reperibili in montagna, caratteristica unica che lascia a bocca aperta.
Vicino alla chiesa parrocchiale, verso via Pamont, una deliziosa struttura in legno ospita la Latteria di Livigno, che dal 1954 produce prodotti tipici.
A 1.816 metri di altezza, la società agricola Silvestri Giorgio & C. custodisce il foraggio con cui si produce Bitto, Primofiore, Scimudin, burro, ricotta e formaggi dal profumo inconfondibile.
Tutti i prodotti sono realizzati con latte proveniente da bovine di razza bruna italiana.
Per gli amanti delle emozioni d’alta quota, a ben 2200 metri d’altezza c’è poi l’Alpe Federia.
Vi si trova un agriturismo che offre ai suoi ospiti, oltre alla possibilità di mangiare e alloggiare, anche quella di visitare un alpeggio e scoprire come nasce il più pregiato formaggio della tradizione.
Con un’ora di cammino tra boschi di conifere e prati fioriti, è possibile raggiungere l’Agriturismo Alpe Mine, dove in estate vengono condotti gli animali per la produzione del Bitto.
L’agriturismo accoglie anche gruppi per un’allegra cena in compagnia tra amici.