
Ramingare.com torna in Puglia e partecipa al Takeitslow Press Tour: obiettivo su Fasano (BR) e il suo territorio
Arriviamo a Fasano, in provincia di Brindisi, una sera di fine febbraio per partecipare al Takeitslow Press Tour, invitati dal Teatro Pubblico Pugliese.
Fa freddo e, nei ricordi, torna per contrasto l’ultimo scampolo di estate dell’ottobre precedente, quando abbiamo visitato per la prima volta la Puglia nella sua Terra di Bari.
Via via che ci avviciniamo al centro storico e poi vi entriamo, Fasano ci appare un labirinto di vicoli sempre più stretti e intricati: ci dicono che, durante il giorno, il sole fa fatica a entrarvi e, anche in estate, le case si mantengono al fresco per la maggior parte della giornata.
U’mbracchie, un labirinto dove perdersi per ritrovare la lentezza
Questa parte più antica di Fasano viene ancora chiamata “U’mbracchie”, parola derivante dal latino “umbraculum”, ombra.
La calce bianca delle facciate rende, perlomeno all’inizio, indistinguibile un edificio dall’altro e così, senza accorgercene, finiamo dentro questo antico labirinto in cui ogni volta. tornando al bed & breakfast “Le dimore del portico” (molto confortevole, ve lo consigliamo) o uscendo per conoscere meglio la città, accettiamo di giocare con il tempo.
E per il viaggiatore arrivato a Fasano perderlo o trovarlo, questo tempo, dipende dalla voglia che ha di divertirsi, di non avere fretta, di godere con lentezza dei mille e mille scorci di U’mbracchie, un regno incantato simile al Castello dei Destini Incrociati di Calvino.
Dopo un po’ che il viaggiatore lento torna indietro e ritenta un incrocio, si ricorda della fiaba di Pollicino e fa quindi diventare una coppia di lampioni i suoi “sassolini” di riferimento.
Ed ecco che, per incanto, il labirinto è ormai dietro le spalle.
Una notte metafisica

Come in altre città pugliesi, anche nella parte storica di Fasano la pietra non intende cedere il passo all’asfalto.
Sul far della sera, osserviamo la calce bianca di “U’mbracchie”, il rosso pompeiano di alcuni palazzi signorili, i riflessi delle luci sulla pietra e, arrivando in piazza Ciaia, cuore pulsante della città, pensiamo di trovarci dentro a un quadro di De Chirico.

Le campane di una chiesa vicina quasi coprono il sereno parlottare di un gruppo di anziani poco lontani dal nostro punto di osservazione.
Tutto è al suo posto, come è necessario che sia, in questa notte d’inverno, mentre stiamo per conoscere i destini incrociati di una città e di un territorio, le Terre di Fasano, che hanno fatto della lentezza e del perdersi nella bellezza, per ritrovarsi in una serenità forse metafisica, la loro cifra stilistica, una speciale “way of life”.